La cattiveria sotto l’albero

di Luigi Brighigna



Il calendario delle maggiori corse ippiche dei purosangue, quelle che  contano ai fini della selezione avendo di mira il miglioramento della razza, ha seguito fin dal suo inizio regolamentato nell'Inghilterra vittoriana l'andamento stagionale,  trattandosi di  accompagnare le tappe di crescita dell'animale in questione.  A questa sequenza, si sono adeguati gli altri Paesi, pur tenendo conto della loro collocazione geografica e dunque delle differenze climatiche rispetto alla fonte originale. Per chiarezza i Paesi collocati più a sud anticipano le date, quelli del nord seguono. Non solo, anche la titolarietà delle corse di selezione ha per anni ricalcato  quella inglese tradizionale: Ghinee, Derby, St. Lager i nomi delle classiche  per tutti i Paesi, così da uniformarle anche in funzione  comparativa.  Fatta eccezione della Francia perché la grandeur gallica è un difetto duro a morire contribuendo a rendere supponenti gli eredi di Carlo Magno prima e Napoleone poi.

In maniera analoga le più prestigiose prove ippiche aperte anche ai cavalli di quattro anni ed oltre per i attestare i confronti tra generazioni differenti, quali le Eclipse, le King George VI end Queen Elizabeth,  le Champion di York, la Gold  Cup di Ascot, l'Arc de Triomphe francese, per Italia il Gran Premio di Milano, e le altre analoghe  hanno conservato la dizione originaria resistendo in nome della tradizione, che è legame indispensabile,  agli assalti di quanti, per leggerezza, non ne comprendevano l'efficacia morale.

Quanto detto fin ora è cosa ben nota a tutti gli appassionati, tanto che avrei evitato di farne cenno, non fosse che mi da modo di affrontare quella fastidiosa e decisamente inopportuna iniziativa rappresentata dalla inflazione di dediche memoriali abbinate a corse di sicura e consolidata storia e prestigio che ne risultano come  retrocesse di rango e significato.