Almond Eye di Luigi Brighigna, 7 Gennaio 2019

 

Almond Eye (Lord Kanaloa e Fusiachi Pandora da Sunday Silence) studia per entrare  nel gotha delle cavalle eccezionali, chiamata a percorrere in Giappone una carriera analoga a quella che nel turf occidentale ha recentemente promosso la grande Enable. Una sconfitta al debutto, dominio incontrastato nelle prove classiche per femmine della generazione, poi  la laurea summa cum laude conseguita con l'autorevole successo nella Japan Cup Turf  2018 a confronto con gli anziani in una edizione orientale autarchica. Nell'occasione ultima Christophe Lamaire, il jockey francese animatore stabile del circuito maggiore (Japon Racing Association) ippico del Sol Levante e suo abituale  eccellente interprete,  ha scelto i tempi giusti, tenendo lungo il percorso una posizione di  vigile attesa,  per poi controllare la situazione nei trecento finali dominando il coraggioso Kineki, unico a difendersi fino alle prime tribune in un finale mai incerto nel risultato.

Si prospettano tutti i motivi per sentir parlare di Almond Eye negli impegni internazionali della prossima stagione agonistica anche al di fuori dei confini nazionali. Dopo Condor El Pasa, Deep Impact e Orfevre, un altro purosangue giapponese animatore dell'Arc de Triomphe appare prospettiva ben fondata e auspicabile.

Se poi Enable dovesse, come fu per due veterane al sesto anno d'età, quali la Dahlia vincitrice delle King George and Queen Elizabeth di Ascot e la Oujia Board  dominatrice  della Breeder's Filly & Mare Cup  Turf, rimanere in  allenamento anche nel 2018,  in tal senso corrono voci fondate, potrebbero realizzarsi le condizioni per organizzare uno di quegli eventi che piacciono tanto agli americani, stile duello vecchio west: Enable vs Almond Eyes, un confronto diretto tra le due fortissime femmine.

Il passaggio d'età per la giovane ma già affermata promessa giapponese presuppone il completamento psicofisico, dunque avviene lungo una direzione ascendente migliorativa, quello di Enable un cammino, in ipotesi,  nella direzione contraria lungo il quale l'anzianità comporta il manifestarsi iniziale delle tossine conseguenti all'intensa carriera.  Questo in teoria, ché  non a caso i campioni, quelli con la C maiuscola, si  distinguono per essere al di fuori della normalità fisiologica.

In questi ultimi anni la supremazia dei maschi nei più prestigiosi impegni classici intergenerazionali vacilla con frequenza. Mi allineo a quanti sollecitano l'attenzione dei tecnici sulla vigente validità degli abbuoni ponderali a favore del sesso debole.                                                                                                                                                                                                                                                                

E poi bussano alla porta i nuovi prospetti di fuoriclasse, i giovani Quorto di Godolphin  e il Too Darn Hot di Lord e Lady Lloyd Webber. Ancora Gosden e Frankye in regia.

Il nome infine, Almond Eye  (Occhio a Mandorla). Un'immagine graziosa e quasi delicata quando viene attribuita ad una femmina, uno sguardo risoluto e severo come si addice ad un maschio giapponese.  "Banzai (diecimila anni)" in entrambi i casi. Che non è un grido bellico come pensiamo noi occidentali, bensì un'espressione di buon auspicio.