Alle corse
di Luigi Brighigna
Qualcuno è confidente, professionale direi, altri danno segno di nervosismo; qualcuno si irrigidisce con ostinazione e si difende prima di cedere alle pressioni degli uomini addetti. La riottosità, ritardando i tempi di attesa nello stallo di chi è entrato in precedenza, ne danneggia la prontezza di uscita e per questo potrà essere sanzionata. Altri vengono ingannati dal cappuccio. Dico dei purosangue prima della partenza.
Al segnale dello starter le gabbie si aprono. I concorrenti si slanciano sul percorso rispondendo secondo la propria reattività del momento, vuoi rapidi nell'uscire vuoi attardati per essere sorpresi in controtempo. Chi si intraversa può recare danno a se stesso e al vicino di posizione. Il controstarter abbassa la bandiera e si ritrae oltre lo steccato. I fantini dai riflessi più pronti, ce ne sono alcuni particolarmente versati, assecondano il cavallo nel prendere la posizione più favorevole, consona alle sue attitudini, al tipo di corsa e agli ordini ricevuti.
I front-runner hanno sparato le proprie cartucce fin dall'inizio imponendo un ritmo sostenuto, ma si espongono ai rischi di una condotta che potrebbe vederli più avanti in difetto di energie. Altri si collocano dove possono nelle posizioni di centro gruppo compatibilmente con le altrui iniziative. I finisseur e i più dotati di stamina attendono nella retroguardia; per conservare la punta di velocità alle fasi finali i primi o essendo più lenti a 'mettersi sulle gambe' i secondi. Questi ultimi tenderanno a preparare la risalita in progressione dopo la curva finale. Ad un certo punto si entra in una fase statica, e ogni concorrente, volente o nolente, deve accettare di correre compatibilmente per come la corsa si è messa, le posizioni si assestano e la striscia colorata delle casacche si consolida agli occhi dello spettatore. Ora diviene essenziale, decisiva al fine del risultato all'arrivo, l'iniziativa, la capacità di leggere la corsa del fantino, la sua sensibilità nel valutare le forze dell'animale che ha sotto di sé. L'uomo è l'elemento più che mai decisivo. Un fantino viene giudicato nel novero di quelli veramente bravi se, quando monta il cavallo migliore, vince. Il che non sempre può realizzarsi perché i fattori che concorrono al successo sono vari e aleatori.
Il momento della verità si affronta in retta d'arrivo. Quelli di testa operano l'allungo e tra loro può esserci il campione eccelso: in tal caso non ce ne sarà per nessun altro. Si tratta di una corsa internazionale, di gruppo uno, di quelle che assicurano all'animale un posto nella storia. Il binocolo non serve più, l'emozione dell'appassionato si stempera nel compiacimento. Il tifoso chiude gli occhi e ascolta l'armonia ritmata dagli zoccoli sul terreno davanti al suo punto di osservazione. E' la musica attesa da un pugno di secondi, è ambrosia. Ma è un fatto raro, altrimenti che crack formidabile sarebbe il vincitore. Tanto per citare due imbattibili, i Ribot, i Frankel non nascono tutti gli anni. Poi la promenade eccitante e grintosa caracollando davanti alle tribune plaudenti e il rientro al recinto del dissellaggio tra la calca degli appassionati che preme e commenta l'impresa.
Generalmente, nelle corse di rango inferiore, quelle che definiremo di routine, la lotta è incerta. I concorrenti si sono schierati a ventaglio: chi risalendo per corsie esterne con alterna fortuna - si perde terreno percorrendo la curva al largo ma la posizione per l'attacco finale risulterà più favorevole - chi in seconda linea nell'attesa di un varco, magari lungo un pertugio apertosi allo steccato per il calo repentino del battistrada. Qualcuno ha speso troppo e si arrende. La corsia di terreno più favorevole, quella meno lavorata in precedenza, può rappresentare un fattore decisivo.
Il finale appartiene ai più forti. Si lotta fianco a fianco, si devia dalla linea, si mettono in campo le malizie del mestiere, i frustini mulinano, le braccia sostengono il battito dei cuori animali e le froge si arrossano nello sforzo. Finalmente è l'arrivo: quel bastone di legno che decide, sono parole di Tesio, il destino del purosangue. E' il fatto corsa: il suo immutato fascino da secoli, non compreso e invidiato da coloro che sono poveri nello spirito e modesti di intelligenza.